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Movimenti politici surrealisti

Jean Mirò, noto pittore dell'avanguardia surrealista, nel 1923 espresse la sua soddisfazione per essere finalmente riuscito a staccarsi dalla natura e a dipingere paesaggi che non rappresentavano più la realtà esterna.

Grazie ai moderni mezzi di comunicazione, oggi anche i movimenti politici possono andare molto facilmente oltre gli eventi reali e creare narrazioni alternative che meglio rispondono alle aspirazioni della gente. È un approccio molto allettante, in quanto l’elettore è sollevato dalla fatica, dalla responsabilità e dalle insidie che incombono su chi deve prendere decisioni.

Un esempio nostrano è la campagna per il “no” alla legge sul clima e sull’innovazione del prossimo 18 giugno, che dipinge un mondo immaginario, dove fra trent’anni si potrà ancora tranquillamente fare fronte ai bisogni energetici con energie fossili e con i prezzi di benzina, diesel e gas uguali a quelli odierni.

Un bel “petrolio su tela” dove tutto è perfetto, che non presenta alcuna problematica e dove ovviamente non c’è alcun bisogno di apportare miglioramenti. Sfortunatamente capita però che degli spiacevoli avvenimenti, come la guerra in Ucraina, possano filtrare e andare a macchiare il prezioso dipinto.

I movimenti politici surrealisti hanno però già delle soluzioni per eliminare queste fastidiose seccature; per esempio, sostituire i giornalisti e media che ancora si sentono in dovere o hanno l’obbligo di dare conto preciso di quello che succede, con algoritmi basati sull’intelligenza artificiale, più efficienti e meno costosi.